Un'immagine reale. Si parte sempre da questo punto. Qualcosa che rassicuri la nostra percezione, che gratifichi la nostra intelligenza. Per non provare subito il disagio di dover dire: non ho capito. Almeno all'inizio, bisogna cercare un punto di partenza che dia sicurezza e margini precisi al pensiero e quindi all'immagine che vogliamo “attivare” nella mente del maggior numero di soggetti a cui ci rivolgiamo. Poi dobbiamo porci una meta da raggiungere, un obiettivo chiaro ed inequivocabile. Quindi indicare una direzione, una strada. La più semplice e diretta. Probabilmente la più facile. Indiscutibilmente la più ovvia.
Facciamo un esempio.
(a) Voglio vendere il mio cibo per i cani.
(b) Voglio acquistare del cibo per il mio cane.
Analizzando la frase (a), certamente possiamo intuire che essa rappresenti la richiesta di un produttore di cibo per cani di vendere il suo prodotto. Cosa è più importante per il produttore?
Il prodotto, ovvio. Allora, presentandogli una comunicazione pubblicitaria in cui si fa bella mostra della scatoletta o del sacco di alimento per cani, avremmo fatto la scelta più ovvia.
La frase (b) invece sembra proprio che possa essere stata scritta dal padrone di un cane.
Quindi per acquistare il cibo per il suo cane, il padrone vorrà avere prova della bontà di un alimento. Quale miglior prova che vedere un altro bel cane in piena forma “divorare” la pappa nella sua ciotola?
Immaginiamo ora di trovarci seduti ad un tavolo con il produttore ed il padrone di un cane.
Il nostro compito è quello di persuadere entrambi e con un solo messaggio, che la nostra idea riesca a soddisfare pienamente e contemporaneamente le loro esigenze di vendita e di acquisto.
L'immagine ovvia per il produttore è il sacco di croccantini per il cane. L'immagine ovvia per il padrone è quella del proprio cane. Per la visualizzazione del sacco, basta averne un'immagine fotografica. Per il cane del padrone, dovremmo essere bravi a ricercare l'immagine di un cane che meglio possa rappresentarne genericamente le caratteristiche.
Magari taglia media, pelo medio, colore nero, …
Basterà accostare l'immagine del grande sacco di alimento con quella del cane, su uno sfondo bianco. I due protagonisti sembrano guardarsi, riconoscersi, soprattutto allearsi. Proprio quello che dobbiamo creare tra i due ospiti della nostra tavola: alleanza e complicità. Tutto quello che di creativo ci viene in mente per far interagire il cane ed il sacco, andrà bene. Che il cane salti dentro il sacco, che il sacco insegui il cane, … l'importante è che il messaggio sia del tipo: fatti l'uno per l'altro! Il punto di partenza sono il cane ed il sacco. La metà è vendere il sacco. Il percorso è …
Il creativo non è uno scienziato. Non inventa. Il creativo non è uno psicologo. Non ti scava dentro. Il creativo non è un mercante. Non contratta la sua merce. Compito di un creativo è quello di far apparire incredibile, unica, una cosa banale. Cambiare il punto di vista dal quale siamo abituati a vedere quello che ci circonda. Cambiare le ambientazioni nelle quali siamo sicuri di saperci orientare. Questo vale per le cose così come per le situazioni. Quello che per molti è e resterà un'immagine banale, ovvia, ormai acquisita, è per il creativo il punto di partenza di un viaggio che, attraversando mille confini, lo porterà in mille direzioni diverse e verso un'unica meta.
Facciamo un esempio.
(a) Voglio vendere il mio cibo per i cani.
(b) Voglio acquistare del cibo per il mio cane.
Analizzando la frase (a), certamente possiamo intuire che essa rappresenti la richiesta di un produttore di cibo per cani di vendere il suo prodotto. Cosa è più importante per il produttore?
Il prodotto, ovvio. Allora, presentandogli una comunicazione pubblicitaria in cui si fa bella mostra della scatoletta o del sacco di alimento per cani, avremmo fatto la scelta più ovvia.
La frase (b) invece sembra proprio che possa essere stata scritta dal padrone di un cane.
Quindi per acquistare il cibo per il suo cane, il padrone vorrà avere prova della bontà di un alimento. Quale miglior prova che vedere un altro bel cane in piena forma “divorare” la pappa nella sua ciotola?
Immaginiamo ora di trovarci seduti ad un tavolo con il produttore ed il padrone di un cane.
Il nostro compito è quello di persuadere entrambi e con un solo messaggio, che la nostra idea riesca a soddisfare pienamente e contemporaneamente le loro esigenze di vendita e di acquisto.
L'immagine ovvia per il produttore è il sacco di croccantini per il cane. L'immagine ovvia per il padrone è quella del proprio cane. Per la visualizzazione del sacco, basta averne un'immagine fotografica. Per il cane del padrone, dovremmo essere bravi a ricercare l'immagine di un cane che meglio possa rappresentarne genericamente le caratteristiche.
Magari taglia media, pelo medio, colore nero, …
Basterà accostare l'immagine del grande sacco di alimento con quella del cane, su uno sfondo bianco. I due protagonisti sembrano guardarsi, riconoscersi, soprattutto allearsi. Proprio quello che dobbiamo creare tra i due ospiti della nostra tavola: alleanza e complicità. Tutto quello che di creativo ci viene in mente per far interagire il cane ed il sacco, andrà bene. Che il cane salti dentro il sacco, che il sacco insegui il cane, … l'importante è che il messaggio sia del tipo: fatti l'uno per l'altro! Il punto di partenza sono il cane ed il sacco. La metà è vendere il sacco. Il percorso è …
Il creativo non è uno scienziato. Non inventa. Il creativo non è uno psicologo. Non ti scava dentro. Il creativo non è un mercante. Non contratta la sua merce. Compito di un creativo è quello di far apparire incredibile, unica, una cosa banale. Cambiare il punto di vista dal quale siamo abituati a vedere quello che ci circonda. Cambiare le ambientazioni nelle quali siamo sicuri di saperci orientare. Questo vale per le cose così come per le situazioni. Quello che per molti è e resterà un'immagine banale, ovvia, ormai acquisita, è per il creativo il punto di partenza di un viaggio che, attraversando mille confini, lo porterà in mille direzioni diverse e verso un'unica meta.
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