Friday, August 01, 2008

IL TEMPO


Voglio il tempo di vivere le cose che sogno.

Friday, April 04, 2008

Thursday, March 13, 2008

Nei vicoli, migliaia di arruolati…

Cuba.Turismo “sessuale”…? Da non imitare, certo.A Cuba ci sono delle famiglie che offrono ospitalità ai turisti in cerca di sapori ed atmosfere reali. Qualcuno ovviamente associa questa offerta ad altre… come dire… va bene la mamma e pure la figlia. Ma se volessimo salvare un aspetto di questa ospitalità…? A Napoli e traverse, ci sono famiglie disposte ad ospitare il turista in cerca di ragù e babà? Fare della propria casa, della propria famiglia, delle proprie abitudini, una piccola azienda…? Ci sono turisti che si lasciano ospitare in paesi esteri in cui si pranza con la pistola sulla tavola. Il pericolo diventa attrazione. E grazie a questa, il pericolo diventa solo spettacolo, farsa. Un altro esempio? Copenhagen… il quartiere di Christiana. Un villaggio anni ‘70, dove “figli dei fiori” e nuovi “rappers” si scambiano sigarette e sguardi, dove si dice “spaccino”, dove è vietato fotografare o riprendere, dove le case, i bar, esternamente sono “vecchie baracche”, ma all’interno… design! Trasformare un difetto in pregio. Calcarne i contorni per impreziosirne il tratto. Disarmare la mina, senza toccarne il guscio e l’idea di rischio.
Il napoletano rende “folcloristico” ogni problema che sopporta, nonostante tutto. Prendere le distanze da tale atteggiamento è facile per chi non vive una realtà come la nostra. Meglio sarebbe cercare le potenzialità di un tessuto urbano, di una morfologia naturale, di un popolo indubbiamente colto e necessariamente viscerale. Coinvolgiamo i centri sociali, i locali “underground”, i borghi periferici, … , e diamo loro un progetto che non cerchi di riqualificarli dando loro l’aspetto signorile più rassicurante. Diamo loro il loro progetto, un progetto che li identifichi, che ne sottolinei le origini, che dia loro un percorso dal quale sentirsi provenire. Nelle città ci sono tribù che non riconosciamo. Ci sono zone che non hanno identità. La guerra non si elimina distruggendo le armi. Migliaia di soldati che farebbero poi? Ma se dessimo a quei soldati una degna continuità sociale, riconvertendo ad esempio l’uso delle caserme, delle armi, delle attrezzature… Nei vicoli, migliaia di arruolati…

Tuesday, March 04, 2008

... 2 piccole anime sbiadiscono in un pozzo ...

Nessuno li sente.
Un uomo, figlio di Dio, suo rappresentante in terra... non si reca lì... per benedire quel che resta della nostra vergogna e adesso anche della sua.
Si parla di politica, nella casa di Dio. Si scagliano ancora pietre su chi si giudica peccatore.
Si apre la tomba di un santo sperando di poterlo esporre mummificato.
Una statua non bastava... ma se non è ben conservato... allora anche una statua va bene...
Allora l'Uomo di Dio pregherà sulle statue dei 2 fratellini. Basterà.
Ma da solo. Nella sua stanza. Lontano dagli occhi. Lontano da chi ha bisogno di vederlo pregare.
... 2 piccole anime sbiadiscono in un pozzo ...

Wednesday, February 20, 2008

Thursday, January 10, 2008

Il tesoro di Napoli

E' giunto il momento. Si sente nell'aria... nei bronchi.. nel DNA!
Da tempo ormai inviamo segnali, accendiamo fuochi per farci avvistare, lo gridiamo fuori dal casco, per le strade, a cavallo di potenti motorini. Date a noi la nostra città!
E vogliamo anche tutta la sua energia, quella che riceve e quella che produce. Vogliamo le sue risorse, quelle del futuro... perchè, noi, siamo molto più avanti! Quanta energia per le strade, quante risorse bruciate. La "munnezza" è nostra e non si tocca!
Napoletani di tutto il mondo, unitevi!... e inviateci la vostra munnezza. Ne faremo tesoro per noi e per i nostri figli.

Tuesday, September 25, 2007

TAREQ

Tareq non ha mai visto la terra da così in alto. Una porzione alla volta, la sua città. Lo schienale della poltrona lo spinge in avanti, aumentando quel senso di malessere che ha già provato quando gli hanno imposto di andar via. Quella mattina, all’alba. Via dai suoi fratelli, via da sua madre, via dalla sua casa, via dalla sua strada, via dal suo quartiere. L’orizzonte si inclina, i colori si allargano, i punti si confondono. Pochi istanti di volo e già sembra di aver perduto il ricordo… Era piccolo, appena qualche giorno fa. Giocava in strada e parlava della guerra, mentre la guerra giocava con i grandi. I suoi amici si erano appena allontanati dalla fermata. Lui era andato un attimo alla vetrina di Karhid, il fornaio amico di suo padre. Ha visto corpi dilaniati, vicino a grandi buche nell’asfalto. La corriera ferma e in fiamme. Ha giocato con i sassi. Fino a casa. Senza alzare la testa.

INDIVIDUI

Vorrei esistesse una parola che meglio possa sintetizzare il comportamento dell'uomo di oggi. Ma è ancora giusto e valido chiamarlo "uomo" o il termine risulta ormai obsoleto?
Ci lasciamo classificare per rientrare in questa o quella statistica, desideriamo il possesso di oggetti che noi stessi definiamo "di massa". Ci crediamo "individui" e poi ci lasciamo sciogliere in uno stampo per dare alla nostra estetica la forma da tutti apprezzata. Ci convinciamo di essere speciali, perchè unici ed irripetibili. Poi fuggiamo dall'idea di essere chiamati "diversi". Fingiamo di inseguire le nostre passioni mentre ci contiamo i soldi in tasca per comprarne una. Mentiamo alla nostro buon senso dandoci regole di morale. Rubiamo ai ricchi per diventare ricchi. Usiamo lo stress come una nuova droga e come da una droga ne siamo dipendenti ed impauriti. Non sappiamo più concederci una tregua. La battaglia motiva il nostro viaggio verso la nostra meta. La meta perde il suo percorso e diventa solo un'arma da ottenere. Una in più.
Allora non chiamatemi uomo. Non perchè io sia meglio, ma solo perchè voglio sentirmi diverso. E gridarlo. E sussurrarlo. Ed emozionarmi per questo. Voglio peccare e perdere la vergogna. Voglio l'equilibrio per gettarmi nel vuoto e lanciare i miei sensi. Voglio la complicità dei miei pensieri e dei miei gesti. Dagli occhi chiedo attenzione. Dalle orecchie chiedo ricezione. Dal naso chiedo essenze. Dalla bocca chiedo piacere. Dalle mani chiedo calore. Dall'uomo non chiedo niente. Non chiamatemi uomo. Non me lo merito.

Thursday, July 12, 2007

WIP: WORDS IN PROGRESS

COMUNICAZIONE POSITIVA.
Io e Livio Trevisan abbiamo avuto un'idea. Negli ultimi tempi ci è sembrato di cogliere un vento nuovo che spira, che arriva da un posto del quale si sentiva ormai poco parlare. Quel posto è la coscienza collettiva. Per coscienza collettiva intendiamo l'insieme di emozioni e sentimenti di ognuno di noi, che spessissimo si raccolgono e si stringono fra di loro stimolati dai tanti e tanti mali del mondo. Non occorre sforzarsi molto per trovare degli esempi: quanti di noi non si sono mai ritrovati ad ascoltare il telegiornale ed a pensare "questo del cambiamento climatico è un problema enorme, bisogna che facciamo qualcosa!". Molti si alzano dalla poltrona ed agiscono, molti restano seduti a chiedersi "cosa posso fare io?". Noi vorremmo fare qualcosa, col Vostro aiuto: uno scambio di creatività utile alla mente, e forse anche alla comunicazione stessa. La cosa dovrebbe funzionare così: periodicamente noi vi suggeriremo il tema, traendo spunto dai fatti quotidiani e che sia di respiro globale (ad esempio il dramma della scarsità d'acqua). Vostro compito realizzare della comunicazione in merito, pensando ad una ipotetica campagna per sensibilizzare l'opinione pubblica. Un pò come le campagne della Pubblicità Progresso, ricordate?. Potete realizzare un logo, un banner per Internet, una illustrazione, qualsiasi cosa pensiate possa colpire le menti ed il cuore di chi Vi circonda. Pubblicheremo su Internet quelli da noi scelti come più interessanti e rappresentativi, e daremo la massima visibilità e diffusione al progetto. Il regolamento del progetto potete scaricarlo dal sito Ricordate che lo scopo ultimo di questa iniziativa è SENSIBILIZZARE, quindi non frenate la Vostra fantasia e creatività. Lavorate col cuore, e ricordate che renderci utili per gli altri aiuta prima di tutto noi stessi.

Wednesday, June 13, 2007

Fuori stanno cablando.

E chi se ne...


Ci basterebbe molto meno. Ma quel meno dovrebbe essere il meglio che ci possa essere. Da gustare lentamente. Per lasciare ai nostri sensi il tempo di archiviare con cura ogni singolo momento. Custodire i gesti. Incorniciare ogni singola inquadratura che i nostri occhi ritagliano ad ogni piccolo movimento. E alla fine raccogliere le briciole per bere l'ultimo sorso.

Monday, June 04, 2007

Il vecchio adagio sempre valido…

di Stefano Rossetto

Prendete un qualsiasi libro di Marketing, da Kotler in giù; su tutti potrete veder campeggiare in bella mostra una massima vecchia quanto il marketing e logica quanto il buon senso: “Costa di più acquisire nuovi clienti che mantenersi quelli esistenti”. Clienti nuovi si acquisiscono sottraendoli ai concorrenti in mercati poco dinamici, maturi, oppure puntando sui nuovi potenziali (a livello di mercato) clienti o addirittura creando veri propri nuovi mercati in settori poco maturi e ad elevato tasso di crescita. La spiegazione che viene data è semplice: trovare nuovi clienti in un dato mercato in un dato momento richiede effort di sviluppo di nuovi prodotti, di promozione dei prodotti nuovi ed esistenti, … elevatissimi. Mantenere i clienti esistenti è un’attività molto meno costosa: basta curarli, prestare loro attenzione, dar loro vantaggi (sconti, promozioni, premi fedeltà…). I noltre, mantenere una propria base di clienti è per un’azienda il primo trampolino di lancio di una solida e duratura politica di sviluppo (i.e. ampliamento di quota di mercato). Fin qui i lati positivi, la criticità dei discorsi fatti finora, però, sta nel fatto che la fidelizzazione dei propri clienti non è attività facile, anzi, richiede un forte impiego di risorse aziendali. Ma non avevamo appena sostenuto che era un’attività non troppo costosa?La domanda retorica ha, naturalmente, una risposta: per mantenere i vecchi clienti, essa non deve far altro che continuare le proprie attività, mentre, per acquisirne di nuovi, l’azienda si deve impegnare a “fare qualcosa in più”. E, naturalmente, meglio di quanto non facciano i propri concorrenti, dando l’impressione che l’azienda sia una “organizzazione organizzata” sempre pronta ad accogliere le richieste dei propri clienti, o, se esse non sono compatibili con le politiche aziendali, a trovare delle soluzioni che soddisfino entrambe le parti.Il CRM è finora il tentativo più riuscito di rispondere alle esigenze dei clienti ed è il concetto che ha sancito il definitivo sorpasso dell’economia di relazione rispetto all’economia dell’occasione, del rapporto duraturo con i clienti rispetto al “mordi e fuggi” al quale molte aziende avevano abituato i propri clienti.Perciò, un’impresa che voglia gestire le relazioni con i propri clienti (CRM sta proprio per Customer Relationship Management):• Si doterà di un serio e strutturato dipartimento di Customer Care perché è avvilente per un cliente chiamare un Numero Verde e sentire dall’altra parte del filo un impiegato scocciato o insolente oppure, ancora peggio, una serie di voci discordanti che solo promettono, e mai mantengono, di risolvere il suo problema. • Costringerà i propri settori di R&S a non abbassare mai la guardia per ciò che riguarda la qualità dei nuovi prodotti perché il cliente vecchio acquista anche i nuovi prodotti, ma se questi non sono all’altezza delle sue aspettative, è un cliente perso.• Curerà maniacalmente l’assistenza post-vendita (anche a distanza di anni, se si tratta di beni duraturi).• Non speculerà mai sulle “mode del momento” perché un passaparola negativo dei nuovi clienti, potrebbe (e lo farà, statene pure certi) erodere anche la fiducia faticosamente acquistata.Il pro di tutto questo gioco, se ben condotto, è che l’azienda acquisterà una sua “visibilità” positiva e costruirà la sua storia e la sua storia sarà ricca di successi e di sfide vinte. Chi ricorda un’azienda che abbia turlupinato i propri clienti?
Stefano Rossetto.

Thursday, May 24, 2007

RACCOLTA FIRME

Il regno di Napoli e Provincie.
E' giunto il momento. Si sente nell'aria... nei bronchi.. nel DNA!
Da tempo ormai inviamo segnali, accendiamo fuochi per farci avvistare, lo gridiamo fuori dal casco, per le strade, a cavallo di potenti motorini. Date a noi la nostra città!
E vogliamo anche tutta la sua energia, quella che riceve e quella che produce. Vogliamo le sue risorse, quelle del futuro... perchè, noi, siamo molto più avanti! Quanta energia per le strade, quante risorse bruciate. La "munnezza" è nostra e non si tocca!
Napoletani di tutto il mondo, unitevi!... e inviateci la vostra munnezza. Ne faremo tesoro per noi e per i nostri figli.

Wednesday, May 23, 2007

LA CHIAVE GIUSTA

Un'immagine reale. Si parte sempre da questo punto. Qualcosa che rassicuri la nostra percezione, che gratifichi la nostra intelligenza. Per non provare subito il disagio di dover dire: non ho capito. Almeno all'inizio, bisogna cercare un punto di partenza che dia sicurezza e margini precisi al pensiero e quindi all'immagine che vogliamo “attivare” nella mente del maggior numero di soggetti a cui ci rivolgiamo. Poi dobbiamo porci una meta da raggiungere, un obiettivo chiaro ed inequivocabile. Quindi indicare una direzione, una strada. La più semplice e diretta. Probabilmente la più facile. Indiscutibilmente la più ovvia.
Facciamo un esempio.
(a) Voglio vendere il mio cibo per i cani.
(b) Voglio acquistare del cibo per il mio cane.
Analizzando la frase (a), certamente possiamo intuire che essa rappresenti la richiesta di un produttore di cibo per cani di vendere il suo prodotto. Cosa è più importante per il produttore?
Il prodotto, ovvio. Allora, presentandogli una comunicazione pubblicitaria in cui si fa bella mostra della scatoletta o del sacco di alimento per cani, avremmo fatto la scelta più ovvia.
La frase (b) invece sembra proprio che possa essere stata scritta dal padrone di un cane.
Quindi per acquistare il cibo per il suo cane, il padrone vorrà avere prova della bontà di un alimento. Quale miglior prova che vedere un altro bel cane in piena forma “divorare” la pappa nella sua ciotola?
Immaginiamo ora di trovarci seduti ad un tavolo con il produttore ed il padrone di un cane.
Il nostro compito è quello di persuadere entrambi e con un solo messaggio, che la nostra idea riesca a soddisfare pienamente e contemporaneamente le loro esigenze di vendita e di acquisto.
L'immagine ovvia per il produttore è il sacco di croccantini per il cane. L'immagine ovvia per il padrone è quella del proprio cane. Per la visualizzazione del sacco, basta averne un'immagine fotografica. Per il cane del padrone, dovremmo essere bravi a ricercare l'immagine di un cane che meglio possa rappresentarne genericamente le caratteristiche.
Magari taglia media, pelo medio, colore nero, …
Basterà accostare l'immagine del grande sacco di alimento con quella del cane, su uno sfondo bianco. I due protagonisti sembrano guardarsi, riconoscersi, soprattutto allearsi. Proprio quello che dobbiamo creare tra i due ospiti della nostra tavola: alleanza e complicità. Tutto quello che di creativo ci viene in mente per far interagire il cane ed il sacco, andrà bene. Che il cane salti dentro il sacco, che il sacco insegui il cane, … l'importante è che il messaggio sia del tipo: fatti l'uno per l'altro! Il punto di partenza sono il cane ed il sacco. La metà è vendere il sacco. Il percorso è …
Il creativo non è uno scienziato. Non inventa. Il creativo non è uno psicologo. Non ti scava dentro. Il creativo non è un mercante. Non contratta la sua merce. Compito di un creativo è quello di far apparire incredibile, unica, una cosa banale. Cambiare il punto di vista dal quale siamo abituati a vedere quello che ci circonda. Cambiare le ambientazioni nelle quali siamo sicuri di saperci orientare. Questo vale per le cose così come per le situazioni. Quello che per molti è e resterà un'immagine banale, ovvia, ormai acquisita, è per il creativo il punto di partenza di un viaggio che, attraversando mille confini, lo porterà in mille direzioni diverse e verso un'unica meta.

Wednesday, May 16, 2007

LASCIATE CHE BRUCI!

Napoli. E' notte.
L'auto scivola silenziosa sull'asfalto nero. Solo. Lontano un puntino luminoso. Poi due puntini che si allargano e si distanziano. Lentamente sempre più puntini luminosi si dispongono ai lati della strada. Mi sembra di volare. Dal mio aereo vedo le luci della pista. Allora allineo il mio evlivolo e mi preparo per l'atterraggio. Che spettacolo! Si sono preoccupati di lasciarmi le luci accese per indicarmi la strada... Addirittura i fumogeni!Ma... cos'è che sprigiona quella luce? ... Pazzesco! Cumuli di immondizia ardono ai lati della strada. La puzza penetra nell'abitacolo. Gli occhi iniziano a lacrimare e il respiro diventa un rantolo... Qualche minuto dopo... sono a casa. Quanta gioia nel volto di mia moglie che aprendo la porta, si accorge delle mie lacrime di ... commozione per il tanto atteso rientro. Finalmente a casa! Salvo.

Tuesday, May 15, 2007

A.A.A. spazio creativo cercasi.

Visionari, ipercreativi, iperconditi, folli, libere menti e menti labili, sottovalutati e sovrasfruttati, piccoli, grandi, giovani idee e scatole impolverate, insomma mi rivolgo a voi che non vi stancate di inseguire la vostra "creazione" perfetta. Diamo tutto al lavoro in cui siamo impegnati giornalmente, ma...lasciamo un piccolo spazio vuoto dove "menar" libera una nostra "visione"...Un piccolo spazio, ideale o reale. Senza committenza che ci detti regole, tempi, budget, format, target, ...Magari solo per il tempo di un caffè...Quale potrebbe essere il posto ideale dove "isolare" e liberare un nostro pensiero creativo? Già. ... il secondo posto che state pensando... dopo aver escluso il bagno o almeno un suo particolare accessorio ( indiscutibilmente necessario... ma per un altro genere di creazioni ).

IL GIOCO


LA COMUNICAZIONE. Le nostre regole.

Rai Uno.Apocalipse Show.Non bastava.Apocalipse Show, Vietato Funari.Un uomo, apparentemente malato, apertamente malato, fieramente malato.Un pò stile "grande vecchio del gruppo TNT" (per chi si ricorda di Alan Ford).Colpi di tosse, sigaretta tra le dita della mano sinistra. Accendino nella mano destra.Sedia rossa con comando elettrico e bastone sul braccio sinistro.Occhiali rossi e vestito bianco. Fazzoletto rosso nel taschino della giacca. T-shirt bianca.Primo ospite: Gigi D'Alessio.In seguito, Funari ci invita a riflettere sulla "paura di morire". Beve la sua acqua e legge dal gobbo. I morti sotto i ferri, negli ospedali.Volta la sua poltrona e lascia leggere il cartello "Attenzione, trasporto eccezionale".Poi continua a muoversi nello studio con la sua poltrona elettrica.Suggerisce un movimento di opinione per la tutela della qualità della vita.Suggerisce di controllare la regolarità dei concorsi. Medicina, nello specifico. Pochi momenti.Poi il balletto delle infermiere sexy.Alla fine, domandona: Quale sono le priorità di questo paese?Invia un sms, è la richiesta finale.Tanta attesa.Prima qualche apparizione in trasmissioni televisive in cui rinfrescare la memoria e dare l'idea del ritrovato Funari. Aggressività, irriverenza, dialetto romanesco, pause.Insomma, far nascere "la voglia" di rivedere in video Funari.Poi il sabato in prima serata.In tanti si aspettano clamorose rivelazioni, attacchi senza limiti e frontiere, parolacce, ...Tanti hanno voglia di "farsi rappresentare".Tanti incosciamente delegano ad altri di vivere le emozioni che non si è in grado di godere appieno.Osservare "da fuori" le reazioni di altri alle emozioni che vorremmo vivere noi, raddoppia le nostre sensazioni.Peccato.Apocalipse Show... sarebbe stato un bel titolo, se...Se avessero rischiato maggiormente... lasciando a casa il cantante Rai di turno, il balletto sexy per accontentare il nonno, l'appello alla chiesa, il battutista di sinistra, il venditore di destra.I lampi, l'attrice promo, il rock, il fumo, le nuvole, il doppio senso nel copione moralistico.Le verità per i poveri, gli sponsor per i ricchi.Qual'è la comunicazione?La data di "scadenza" della Terra.Cosa fareste nei vostri ultimi giorni di vita terrena?"Quello che cazzo mi pare", grida Funari.A chi affidereste la comunicazione dell'ultimo giorno di vita del nostro pianeta?Funari. Celentano. Baudo. Fiorello. ...Papa. Bush. ...Sponsor. Clown. Topolino. A voi. Giochiamo. Giochiamo pure con le nostre paure. Giochiamo con i grandi segreti.Giochiamo con le regole e con chi le fa. Giochiamo con le leggi dell'uomo e giochiamo con quelle della natura. Giochiamo anche con la nostra storia e giochiamo con il sesso.Giochiamo con le armi e con la guerra. Giochiamo con le risorse e giochiamo con Dio.Il gioco è fondamentale per la crescita di un uomo, indispensabile per il suo sostegno.Ed in uno di questi giochi vorrei prendesse la parola un bambino.Magari in uno di quelli in cui abbiamo insegnato loro quelle carezzeche i grandi possono dare e che loro devono tenere segrete.Oppure in quel gioco in cui si devono portare a casa il maggior numero di monetine, di quelle che ti danno ai semafori, o che prendi dalle tasche, dalle borse.Magari nell'altro gioco, dove uno più grande ti carica il fucile. Ma solo la prima volta.All'improvviso, durante uno di questi giochi, un bambino ci saprà guardare ancora sorridendo. Come è in tutte le regole, vorrà comunicarci che quello a cui stiamo partecipando è il nostro ultimo giro.

Lasciamoli giocare. Con le loro regole.

Wednesday, May 09, 2007

COMUNITA' e FORUM

Chiamiamole con il loro vero nome: CHAT.
A chi servono? A che servono?
... mi chiedevo cosa mi piacerebbe dire se avessi a mia disposizione qualche minuto su un media nazionale. Quale argomento sceglierei per comunicare con milioni di persone? Da qualche secondo mi chiedo il perché di questo mio pensiero. Forse perché è diventato così facile poter comunicare con una sola persona in pochi istanti, da qualsiasi parte del mondo, o quasi. Voglio di più!
Che grande frustrazione quel contentino che ci lascia esprimere le nostre idee solo da un telefonino. Voglio di più! Allora ci danno internet, la rete. Come antiche tribù alle quali è stato donato un oggetto divino, iniziamo a nutrirci voracemente di contatti, relazioni virtuali. Accettiamo nomi assurdi per darci un nick name ed indossiamo storie di altri per confonderci on line. Ci lasciano entrare in una chat dove liberare la parte stronza che è in ognuno di noi, l'istinto a mentire, la voglia subdola di molestare, di spiare.
Voglio di più! La chat si veste di professionalità e diventa Forum. Fico! La foto, il curriculum, i dati personali, le preferenze, gli interessi, ... Ho regalato informazioni e ne ricevo ... cazzate!
Voglio di più! ... Il blog ... quanto impegno, però... se lo trascuro, ...
Voglio di più! Intervistatemi, scrivete di me, coccolatemi di interesse ... comunicate di me per me. Voglio di più! Il tempo per il silenzio è il vero lusso.

Thursday, October 19, 2006

Una guida per creativi e innovatori

Avete un’idea che portate avanti senza farvi scoraggiare, sviluppate un prodotto che dopo molti sforzi riuscite a commercializzare. Fatevi un’idea del ruolo svolto da brevetti, marchi, design e diritti d'autore in questo processo innovativo leggendo la Guida per creativi e innovatori. Inventare, produrre, commercializzare: un processo che gli inventori e i creativi conoscono bene, mentre spesso, anche se proteggere la proprietà intellettuale può essere decisivo, conoscono meno bene brevetti, marchi, design e diritto d'autore. Le nuove pagine consentono a chi sta facendo i primi passi nella proprietà intellettuale di prendere atto delle varie fasi del processo innovativo e di farsi una prima idea su brevetti, marchi, design e diritto d'autore.
tratto da:

Wednesday, October 18, 2006

Questo programma l'ho inventato io!

Come far crescere il business della televisione oggi.
L'interattività partecipativa consiste nel coinvolgimento attivo del telespettatore nei programmi televisivi (che possono essere quelli esistenti, opportunamente aggiornati, o basati su nuovi format realizzati ad hoc) che consente un'interazione attraverso l'invio di messaggi SMS ed MMS o sistemi IVR a riconoscimento automatico vocale dal proprio telefono cellulare o fisso fornendo un feedback rilevabile in tempo reale sullo schermo. Il telespettatore diventa parte attiva della trasmissione trasformandosi da semplice spettatore a protagonista esprimendo un proprio parere, un voto che è in grado di influenzare e modificare in tempo reale ciò che appare sullo schermo. Entering Time è il “tempo di entrata” che la televisione predispone nel proprio palinsesto per accettare interazione da parte del telespettatore attraverso messaggi SMS ed MMS Premium o sistemi a risposta automatica vocale IVR Premium. Attraverso l'allocazione di Entering Time nel proprio palinsesto la televisione crea nuove opportunità di community per i Telespettatori e nuove fonti di profitto.

tratto da:
http://www.presspool.it/default.cfm?ID=2056


Vogliamo davvero interagire con i programmi televisivi? Crediamo veramente di poter essere protagonisti, registi, ideatori di un palinsesto televisivo? E se fossimo solo dei bersagli verso cui indirizzare mirati messaggi pubblicitari? E quanto costerà "parlare" con la tv? Interrogare la tv per riceverne informazioni utili, potrebbe essere un'ottima idea, anche se internet già fornisce questo servizio. Darle però delle idee, pagandone anche le spese...

Thursday, October 12, 2006

Neuroscienze cognitive

Se le neuroscienze si occupano in generale dello studio del cervello, le neuroscienze cognitive ne studiano in particolare il funzionamento. Ad esempio, quando svolgiamo un'attività apparentemente molto semplice, come ascoltare qualcuno che ci parla, tantissime cose devono essere fatte e tenute sotto controllo: dobbiamo riconoscere che quei suoni sono linguaggio, e quindi distinguere le parole dagli altri rumori del mondo; dobbiamo capire che il suono emesso dalla persona che ci sta di fronte non è un'unica stringa, e quindi dobbiamo suddividerlo in tante parti, capire dove inizia e finisce una parola (e non è cosí banale, basta pensare a quello che succede quando si ascolta una lingua straniera!); infine dobbiamo anche dare un significato a questi suoni che arrivano alle nostre orecchie...

tratto da: http://ulisse.sissa.it
Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) Trieste-Italia 2001-2005
articolo:
http://ulisse.sissa.it/site/public/openday/neuroscienze.html

Friday, October 06, 2006

SIMPATICAMENTE EMPATICO

Empatia: Intuizione del mondo interiore.
L’empatia è la focalizzazione sul mondo interiore dell’interlocutore, è la capacità di intuire cosa si agiti in lui, come si senta in una situazione e cosa realmente provi al di là di quello che esprime verbalmente. L’empatia è la capacità di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione di significato.
Tratto da: http://intellemotiva.altervista.org/
L'immagine è tratta da: http://www.gastonemencherini.it

CONNESSIONI UTILI

Tra le tante definizioni di creatività coniate per meglio identificarne gli aspetti, si ricorda per fluidità e ricercatezza quella ideata dal matematico Henri Poincarè nel 1929: "Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili".

AMICA AMIGDALA

"Il nome Amigdala deriva da "mandorla", in effetti la forma dell'amigdala ricorda quella di una mandorla. L'amigdala è la parte del cervello che controlla le emozioni e la memoria emotiva.
L'amigdala regola le emozioni e gli istinti indispensabili per la sopravvivenza, senza l'amigdala tutte le informazioni provenienti dall'esterno avrebbero la stessa importanza.
Senza emozioni non siamo in grado di valutare le situazioni. Senza paura non si scappa di fronte ha pericoli, ed in natura si muore per questo".
"Noi tutti abbiamo avuto a che fare con l’amara esperienza della perdita del controllo emozionale... Cercate di ricordarvene qualcuna e in modo particolare soffermatevi a quello che maggiormente è rimasta impressa nella vostra mente per la sua carica emotiva".
Erogena amigdala.
La vecchia idea secondo cui la gran parte del sesso è nella mente sembrerebbe vera. A confermarla è arrivata, infatti, una ricerca dell’Università di Melbourne (Australia), pubblicata sugli Annals of Neurology, secondo la quale quanto più sono grandi le dimensioni dell’amigdala, il centro cerebrale delle emozioni, tanto maggiore sarà la spinta sessuale di una persona. Del resto non si tratta di una novità assoluta visto che già in passato l’amigdala era stata associata all’impulso sessuale, risultando stimolata in occasione di film erotici, mentre in molti animali era stata identificata come area deputata a controllare i comportamenti nel periodo dell’accoppiamento. Ma l’entità di questo ruolo non era mai stata definita.

PERSONALITA' CREATIVA - ventunora.it

"I fondamenti cognitivi a riguardo delle insorgenze dei fenomeni psichici, hanno avuto il loro inizio con gli studi di Sigmund Freud, di cui il 6 Maggio 2006 è stato il 150esimo anniversario della nascita. Con l'associazione telematica Egocreanet, di cui sono il presidente, ci siamo occupati dei cambiamenti cognitivi della scienza e della formazione della personalità creativa nell'apprendimento e nella formazione manageriale innovativa in sistemi di network telematici".
Nella foto: Sigmund Freud

Paolo Manzelli, Presidente del Laboratorio di Ricerca Educativa della Facoltà di Scienze dell’Università di Firenze e dell’Istituto Internazionale ECO-Crea (Espansione e Coordinamento degli Osservatori sulla Creatività)

Thursday, October 05, 2006

PIU' VISIONI

Di tanto in tanto mi ritorna la voglia di inventare una storia e scriverci un libro. Ma non sono così paziente da intraprendere progetti che hanno un termine troppo lontano. Il mio “lampo creativo” ha una luce forte e rapida. Però…con un aiutino… Lancio una proposta: scrivere un libro a più visioni. Ognuno crea un personaggio. Gli da quindi un carattere, una fisicità, degli ideali, dei segreti e tutto ciò che occorre per identificare la sua personalità. Altri potrebbero fornire la musica, altri delle animazioni. Qualcuno potrebbe fornire delle immagini, così da ambientare storia e personaggi. Io cercherò di fare incontrare i vostri personaggi. Cucirò le loro storie, le immagini, i suoni, le animazioni, così da creare un libro multim… ( troviamo anche un altro termine che sostituisca “multimediale”? ). Visionari, ipercreativi, iperconditi, folli, libere menti e menti labili, sottovalutati e sovrasfruttati, piccoli, grandi, giovani idee e scatole impolverate, insomma mi rivolgo a voi che vi stancate di impegnarvi in una sola lunga creazione. Lo scopo? Non lo so, suggeritemi anche quello.

IL DINORIGENTE

Il principio di Peter.
Secondo tale principio ” le persone vengono promosse fino ad arrivare a un livello in cui sono incompetenti. Un individuo promosso per la sua abilità tecnica o il suo expertise arriva infine a un livello dove molti, o la maggior parte, dei suoi compiti hanno a che fare con a gestione delle risorse umane, e non con le capacità tecniche. Tutto questo in pratica significa che il mondo del lavoro è disseminato di pessimi dirigenti. Il principio di Peter aiuta moltissimo a spiegare come mai, ovunque nelle organizzazioni, tante persone rudi, villane e comunque inette sul piano delle relazioni interpersonali, occupino molte posizioni di potere”.

Dal libro di Daniel Goleman: Lavorare con intelligenza emotiva.

LA FOLLIA IMPRENDITORIALE

Aumentare i fatturati.
Creare svariati contenitori da vendere senza qualificarne i contenuti.
Richiedere massima flessibilità dai dipendenti, senza specificarne modalità e retribuzioni. Sono solo tre punti di una serie di programmi imprenditoriali dietro le quali si nasconde una folle confusione di intenti e soluzioni. La qualità, le risorse umane, le prospettive di sviluppo per tutti, il rispetto della vita sociale fuori dall'ambiente lavorativo, il rispetto degli spazi e delle competenze... ? La creatività viene mortificata e svilita da quegli imprenditori che leggono solo la propria bibbia.

Friday, August 04, 2006

Settembre è il lunedì dell’anno

Ultimo giorno di lavoro prima delle attese vacanze…anzi, ferie.
Già. Quando ero uno studente, ad agosto si andava in vacanza.

L’ultimo giorno di scuola, quello istituzionale, è obbligatorio
andare almeno fuori al cancello.
Lì si incontrano i reduci.
Lì si spera di incontrare
l’ultimo amoroso sguardo.
Da lì poi lo sguardo si allontana, improvvisamente, disorientato.

Ho un po’ di nostalgia dell’ultimo giorno.

La mente

Henry Ford
"Le anatre depongono le loro uova in silenzio. Le galline invece schiamazzano come impazzite. Qual è la conseguenza? Tutto il mondo mangia uova di gallina."
La pubblicità è il suono del verso che il mercato emette e grazie al quale noi consumatori orientiamo le nostre scelte...?

La mente

Richard Florida.
L’individuazione e la misurazione della classe creativa costituisce il primo aspetto principale del libro di Florida e a ciò si affianca l’elaborazione di un modello statistico secondo cui i “creativi” si concentrano in contesti urbani caratterizzati dalla presenza di tre fattori specifici: tecnologia, talento e tolleranza (le 3T). Ovvero, la concentrazione della classe creativa è più alta in quelle città caratterizzate dalla presenza di persone con un elevato livello di istruzione (il talento), dalla presenza di imprese high-tech e da un elevato numero di brevetti prodotti (la tecnologia) e dalla presenza di un numero rilevante di stranieri e omosessuali (la tolleranza).

Thursday, August 03, 2006

La mente

Gregory Bateson
[1904-1980] - Antropologo, Sociologo, Cibernetico, conosciuto come Gregory, è stato uno dei più importanti studiosi dell’organizzazione sociale di questo secolo. Opponendosi strenuamente a quegli scienziati che cercavano di "ridurre" ogni cosa alla pura realtà osservabile, si fece carico di reintrodurre il concetto di "Mente" all’interno di equazioni scientifiche scrivendo due famosi libri (Verso un’ecologia della Mente e Mente e Natura). Dal suo punto di vista la Mente è la parte costituente della "realtà materiale" è di conseguenza non ha senso cercare di scindere la mente dalla realtà. Prima di divenire un esponente della contro cultura degli anni 60, negli anni 20 e 30 si occupò di antropologia, a Bali, aiutò a fondare la scienza cibernetica facendo un’infinità di altre cose. Molti pensatori lo inquadrano nel movimento anti-psichiatria per aver fornito un modello e una nuova epistemologia per sviluppare una rinnovata comprensione della follia umana, nonchè per la scoperta della teoria del doppio legame.Con i colleghi Warren McCulloch, Gordon Pask, Ross Ashby, Heinz Foerster, Norbert Wiener e altri, contribuì ad elaborare la scienza cibernetica. Fu l’ispiratore di parecchi modelli e approcci nel campo della psicoterapia, tra i quali quello della MRI interactional school di Weakland, di Jackson, Watzlavick e moltre altre scuole di terapia familiare (tra cui la scuola di Milano di Palazzoli) e influenzò direttamente terapisti come Brad Keeney, Tom Andersen, Lynn Hoffmann e molti altri.

Wednesday, August 02, 2006

Pensiero creativo

"Sta facendo passi da gigante e si diffonde dappertutto come un virus influenzale. Benissimo! Uno dei punti chiave del pensiero creativo è l'Analisi Creativa del problema (o della situazione, se preferite). Il suo obiettivo (ciò che desidera) è vedere la situazione (o il problema) in modo nuovo. Quello vecchio c'infila in un vicolo cieco (cul de sac!) e non sappiamo come uscirne. "
tratto da:
Eugenio Guarini ( pittore e autore di una newsletter che riunisce e da voce a molte persone in cerca).
le_rubriche_di_managerzen/impresa_creativa/amore_e_analisi_creativa.html

Osservare.

Cinque anni.
Avevo cinque anni e quel giorno la maestra volle incontrare i miei genitori.
“Suo figlio porta in classe i disegni fatti dal suo papà, e dice di averli fatti lui!”
Il mio papà insegnava disegno nelle scuole medie.
“Disegnate la vostra estate” – fu il tema dato dalla maestra.
Dall’alto, il mare. Bambini e grandi nuotano. Le barche passano.
“Guardi, il mare è trasparente!”
Per me il mare è sempre stato trasparente.

Tuesday, August 01, 2006

Passione

"La parola passione proviene dal latino passio, a sua volta derivato dal verbo pati che significava sopportare, patire.
In realtà, in latino classico passio voleva dire solo turbamento dell’animo: il significato di sofferenza, patimento è nato traducendo il greco dei Vangeli, nei quali con pathos si indicava appunto il martirio di Gesù. "
..."E’ passione il trasporto totale per un’idea o un’opinione."
..."chiamiamo passione anche l’interesse: la passione per i viaggi, la passione per la ricerca, per le esplorazioni."

Il sesto senso

La mente e i suoi trucchi.
"Suona il telefono e abbiamo la sensazione di sapere chi è; sogniamo un incidente e il giorno seguente questo si verifica; arriviamo in unposto mai visto e abbiamo la sensazione di esserci già stati..."
La percezione e la memoria, l'inconscio e l'irrazionale. La mente e i suoi trucchi.
di Massimo Polidoro

La creatività nella narrativa

"Alcuni autori hanno sostenuto che l’organizzazione in forma narrativa delle personali esperienze possiederebbe, per ciò stesso, un potere benefico sul piano della salute e del benessere. Di contro a questi preliminari risultati sta la riconosciuta maggiore prevalenza di disturbi mentali in chi esprime la propria creatività sul piano narrativo."
Preti, Dr Antonio (2004) La Competenza narrativa: Il racconto come macchina cognitiva di costruzione del senso. Annali della Facoltà di Scienze della Formazione. Università di Cagliari. Nuova Serie 27(1):pp. 119-147.
Relazione tra creatività e malattia mentale

L'ultima goccia d'acqua

Letteratura creativa

"Cos'è Babelteka? Distributed Library Project è un progetto freesoftware che nasce in California nella seconda metà del 2003 allo scopo di favorire il prestito di opere (libri, musica, video) tra persone che hanno interessi comuni. BabelTeka è un'implementazione di DLP rivolta principalmente allo scambio di opere in lingua italiana. DLP chiede ai suoi utenti una buona dose di disponibilità e di intelligenza. Disponibilità nel mettere a disposizione del servizo alcune opere della propria collezione privata, nell'essere corretti nei rapporti con gli altri utenti, nel tollerare eventuali lievi imperfezioni del sistema. Intelligenza nell'imparare ad utilizzare il sistema nel migliore dei modi, nel contribuire al suo decollo attraverso il tam tam tra conoscenti, nel collaborare, per chi vuole farlo, al suo perfezionamento. "

Elogio economico della forza creativa

"Il capitale umano viene di nuovo considerato come la leva decisiva della crescita economica. L’idea che le macchine, e gli strumenti in generale, siano solo il risultato della singolare capacità di ogni individuo di raggiungere per strade intermedie i propri obiettivi, grazie alla combinazione delle capacità del suo cervello con quelle della sua mano, è molto più antica."
di Massimo Lo Cicero su Emporion n.61
Massimo Lo Cicero, professore di economia della comunicazione ed economia dell'informazione e della conoscenza all’Università di Roma Tor Vergata è esperto di politiche del Mezzogiorno e di globalizzazione. Collabora con il quotidiano Il Riformista.

Le emozioni ignoranti

"La capacità di raccontare se stessi e la propria storia - una narrazione autobiografica che tenga insieme presente e passato - è una tema centrale della psicoanalisi contemporanea...
È all’interno di un contesto di comunicazione e di relazione che le emozioni si possono esprimere, le abbiamo chiamate “ignoranti” per evidenziare quanto sia difficile leggere le emozioni stesse quando non sono in sintonia con i contesti di accettazione condivisa e vengono quindi sconfermate o disconosciute. Se invece le emozioni possono intrecciarsi in una trama narrativa allora non vengono sentite come un corpo estraneo di cui ci si deve liberare."...

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA” - Iniziative culturali e sociali
CONVEGNO - VENERDÌ 23 APRILE 2006 - ORE 9 - 13.30
AULA MAGNA DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE - VIA DE SABELLI 108 ROMA

Più cervelli che anime

Lo studio del cervello prima o poi diventa una tentazione irresistibile per chiunque si occupi creativamente di biologia. Anche Edoardo Boncinelli, dopo i successi conseguiti come cacciatore di geni, ha raccolto la sfida di cimentarsi con quella che viene spesso descritta come la cosa più complessa dell'universo, e con il problema di capire in che relazione sta ciò che i filosofi e gli psicologi chiamano mente con il cervello.

Un libro divulgativo di Boncinelli sulle basi materiali e biologiche di ciò che chiamiamo "coscienza"

Il rapporto tra mente e corpo

"La relazione tra mente e cervello, o se si preferisce tra mente e corpo è salita alla ribalta all'inizio della rivoluzione scientifica, trovando in Cartesio il suo più lucido interprete. Secondo Cartesio il mondo poteva essere descritto in termini meccanicistici, come interazione di corpi e movimento. Ma a questa visione sfuggiva un elemento sostanziale: la creatività umana, e in particolare la creatività del linguaggio."...

Il rapporto problematico e ancora misterioso tra mente e cervello è il tema scelto dalla facoltà di Psicologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele per un dibattito tra scienziati e filosofi organizzato in collaborazione con Repubblica.
http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/990619.htm

Monday, July 31, 2006

Il quoziente intellettivo


"Un recente studio condotto da Philip Shaw dell'Istituto Nazionale di Salute Mentale del Maryland ha infatti evidenziato come il quoziente intellettivo di un individuo non dipenda tanto dalle dimensioni complessive del cervello, quanto dal modo in cui esso è cresciuto.
...Come lo spessore della corteccia possa influenzare le facoltà dell'individuo non è ancora chiaro, poiché si sa ancora poco di cosa succede a livello chimico e cellulare. Secondo Shaw, l'intelligenza potrebbe essere legata al modo in cui il cervello viene utilizzato: i ragazzi che nei test si sono rivelati più brillanti non avevano cervelli più grandi o con più materia grigia rispetto agli altri. Semplicemente avevano menti più agili e abituate al ragionamento. Secondo molti ricercatori misurare l'intelligenza solo tramite il quoziente intellettivo è comunque pericoloso e socialmente fuorviante, poiché tale tipo di approccio non considera i fattori di tipo emotivo che possono condizionare chi svolge il test. "


(Focus - 30 marzo 2006)

Ma che cos'è quest'intelligenza emotiva?
E' una miscela equilibrata di motivazione, empatia, logica e autocontrollo, che consente, imparando a comprendere i propri sentimenti e quelli degli altri, di sviluppare una grande capacità di adattamento e di convogliare opportunamente le proprie emozioni, in modo da sfruttare i lati positivi di ogni situazione.

Tratto da: "Lavorare con intelligenza emotiva" di Daniel Goleman

L’empatia è la focalizzazione sul mondo interiore dell’interlocutore, è la capacità di intuire cosa si agiti in lui, come si senta in una situazione e cosa realmente provi al di là di quello che esprime verbalmente.
E' la capacità di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di cogliere anche i segnali non verbali indicatori di uno stato d’animo e di intuire quale valore rivesta un evento per l'interlocutore, senza lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione di significato.

La creatività degli alberi.

MOSCA - In un parco naturale al confine tra l'enclave russa di Kaliningrad e la Lituania, c'é un angolo di bosco dove
i pini crescono in forme strane e bizzarre.
I tronchi girano a spirale, vanno su a zig-zag oppure strisciano come serpenti. Ce n'é persino uno fatto a trono e un altro che assomiglia ad un antico strumento musicale, la lira. Il parco si chiama Kurshskaia Kosà, sorge sulla costa del Mar Baltico. Già si sprecano le teorie sul perché e sul percome di quegli alberi in fantasiosa contorsione. Vladimir Kulikov, uno storico intervistato da 'Itoghi', si dice convinto che nella "foresta danzante" non c'é nulla di davvero eccezionale: fenomeni simili esistono nei Paesi scandinavi e nella stessa Lituania e sono dovuti alla particolare composizione del sottosuolo e alla violenza del vento. Qualche biologo tira invece in ballo il bruco di una farfalla che divorando le gemme dei pini ne provocherebbe la crescita anomala. Nella zona di Kurshskaia Kosà vive una comunità di vecchio-credenti (così si chiamano gli ortodossi russi rimasti fedeli alla liturgia esistente prima della riforma compiuta nel 1654 dal patriarca Nikon) che dopo la scoperta della misteriosa pineta ha rispolverano una leggenda del loro folclore, quella di Predislava. Così si chiamava una ragazza che facendo ballare gli alberi di quel bosco avrebbe convinto un principe prussiano di lei innamorato ad abbandonare il paganesimo e abbracciare la fede cristiana. Fox Mulder avrebbe ovviamente trovato molto più affascinante l'ipotesi avanzata da un gruppo di 'cosmo-biologi' che nella foresta incantata di Kurshskaia Kosà vedono una "zona di Forza" tra lo spazio infinito e gli esseri viventi della Terra, paragonabile a luoghi magici come il monumento megalitico di Stonehenge in Inghilterra o le Piramidi d'Egitto. "Nella foresta - sostiene con argomenti da X-Files un medium di Kaliningrad, Mikhail Buklin - corre un legame invisibile tra il cosmo e la Terra e ciò crea un vortice energetico". Per i 'cosmo-biologi' è particolarmente carico di energia il pino con il tronco a cerchio: passandoci attraverso - assicurano - si aggiunge un anno intero alla propria vita. Bisogna però stare attenti al come si passa: per vivere più a lungo un uomo "carico di energia positiva" deve attraversare il cerchio andando in direzione del sole. Se la sua polarità è negativa deve invece farlo in senso inverso. Volendo venire scientificamente a capo del rebus, il direttore del parco naturale ha deciso di seminare nella zona del "fenomeno" un certo numero di pini "sani" per vedere se crescono dritti o no. La risposta si avrà tra qualche anno.
E se in tutto questo pensassimo ad un'alterazione genetica dovuta alla radioattività?

Sunday, July 30, 2006

Si può essere creativi dormendo?

…”C’è poi un’altra teoria secondo la quale il sogno sarebbe un modo di elaborare le informazioni nascoste durante le esperienze quotidiane. Nel corso della giornata un gran numero di eventi ci colpiscono ma noi ne prendiamo in considerazione soltanto una piccola parte. Nonostante ciò, molte di queste informazioni sono importanti e per questo sono mantenute in un sistema di memoria che le fa riemergere quando cadiamo addormentati.”
( da "Il Sesto Senso" di Massimo Polidoro – ed. Piemme).
Da sempre si dice: “ Il sonno porta consiglio “.
Vi è mai capitato di addormentarvi con un dubbio da risolvere e risvegliarvi con la soluzione giusta? A me spesso capita di trovare una pista, di avere l’intuizione giusta poco prima di addormentarmi. Forse perché lasciando rilassare il mio corpo, la mia mente riesce a concentrarsi maggiormente sul pensiero o sul ragionamento richiesto. A quel punto, la voglia di alzarmi dal letto e mettermi all’opera è tanta. In gioventù spesso questa voglia prendeva il sopravvento. In meno di un secondo mi ritrovavo con la matita a dare forma alla mia idea. Poi con il tempo ho imparato ad interpretare quella strana e deludente sensazione che al mattino, al risveglio, mi incupiva nel guardare la mia “creazione” notturna. Oggi la passione improvvisa fortunatamente ancora mi assale, ma ho imparato che ci sono occasioni in cui è meglio gustarsi il piatto freddo. Perché non è sempre la fame del momento che voglio soddisfare.
“Nel corso della giornata un gran numero di eventi ci colpiscono ma noi ne prendiamo in considerazione soltanto una piccola parte.”
Camminare procedendo di spalle ci lascia i segni sulla schiena, non ci lascia scorgere la strada, né cosa ci abbia colpito. Certo possiamo mostrare le nostre cicatrici e vantarci di avere vissuto intensamente, ma il nostro volto non confermerà la strada.
Di contro, chi attraversa il mondo guardandolo in faccia, deve diventare bravo a sopportarne gli sguardi, i ricordi, i dolori.
Entrambi i viaggiatori avranno comunque un sogno insospettato, un’ informazione nascosta che improvvisa riemergerà dal buio. La scintilla creativa che guida il viandante per le vie del mondo.

Friday, July 28, 2006

...e tu, di che lobo sei?

Il concetto, ridotto all'osso:

I due emisferi cerebrali controllano, ciascuno, il lato del corpo opposto rispetto alla parte del cranio in cui si trovano (la parte destra del cervello elabora le informazioni provenienti dalla parte sinistra del corpo, mentre la parte sinistra del cervello elabora quelle della parte destra del corpo e le controlla).

Nei due emisferi esistono molte aree che svolgono funzioni differenti; ricevono le informazioni dagli organi di senso da zone del cervello differenti e le passano ad aree diverse. Il modo in cui vengono elaborate le informazioni varia a seconda dell'area cerebrale. Nella corteccia sono presenti infatti aree differenti di elaborazione delle informazioni dette area primaria, area secondaria e area associativa.

Circa il 90% degli esseri umani usa la mano destra per compiere azioni, ad esempio scrivere. Questa caratteristica, osservata in tutte le razze e le culture, è stata collegata al cervello e, in particolare, all'area deputata all'elaborazione del linguaggio. Nel 95% circa dei destrimani il linguaggio è, infatti, mediato esclusivamente dall'emisfero sinistro, che controlla la parte destra del corpo e quindi anche la mano destra. Questo fenomeno viene chiamato dominanza sinistra per il linguaggio. Nei mancini la situazione è più variegata: nel 70% dei casi la dominanza per il linguaggio è mediata dall'emisfero destro, nel 15% dal sinistro e nel restante 15% da entrambi. Tra le altre funzioni in cui un emisfero sembra essere dominante, si annoverano il riconoscimento dei volti e l'attenzione spaziale. Quando un emisfero cerebrale subisce una lesione monolaterale, queste funzioni possono andare distrutte.

Detto ciò...

La creatività risiede nello stomaco!

La pancia è la sede delle emozioni e dell' inconscio.

"Fin dall'antichità si afferma che la pancia è la sede delle emozioni e dell' inconscio; ma per potere avere queste funzioni, occorre che la pancia abbia un "cervello" che possa elaborare i dati autonomamente da quello superiore, recenti scoperte (studi di neurogastroenterologia) hanno confermato che il cervello enterico esiste, eccome e che esso funziona autonomamente da quello superiore; i naturisti lo sanno molto bene, infatti non esiste malato che non venga curato iniziando dall'apparato digerente, la medicina ufficiale non lo considera neppure...nelle sue "terapie" sintomatiche ! "

tratto da http://www.mednat.org/cervello/duecervelli.htm

Rapidità, leggerezza, istinto, coraggio:
Come può non piacere?

Il solito scontro tra bellezza e qualità.

La mosca più diffusa e certamente più conosciuta è la mosca domestica (Musca domestica), che come tutti i Ditteri è provvista di apparato boccale lambente succhiatore (alcune specie umane hanno un impianto simile); unitamente al paio di ali membranose indispensabili per il volo, è munita di due piccoli rudimenti di ali trasformati in bastoncini, detti bilancieri.

Questo insetto, che si trova ovunque..., ha nel volo la sua dote migliore e, salvo le ore più calde e più fredde della giornata , è in continuo movimento (questo a noi umani fortunatamente non accade); il suo arrampicamento su qualsiasi tipo di superficie è notevolmente facilitato da particolari strutture che fungono da ventose (a noi mancano le ventose, ma qualcuno riesce ad arrampicarsi... lo stesso).

L'intero ciclo della mosca domestica - da uovo ad adulto - può compiersi, in condizioni climatiche ottimali (estate), anche in soli 10 giorni (che stress).

E' stato calcolato, in linea teorica, che, in condizioni favorevoli, una sola coppia di mosche, può generare, da maggio a settembre, quattromila trilioni di mosche (non c'è gara, fermiamole!).

OK! Le mosche sono molto efficienti. Ma noi siamo tutti più belli...Tutti? Proprio tutti? Comunque possiamo diventarlo. E poi voliamo comunque. Si, con una sovrastruttura progettata per... e poi non dobbiamo solo succhiare. Per le ventose, conosco un paio di persone che quando ti stringono la mano...e poi ci sono gli arrampicatori sociali...quelli che provano con gli specchi. Anche noi cresciamo in fretta, perchè le offerte della telefonia mobile mica stanno ad aspettarti! Forse non riusciamo a generare quattromila trilioni di mosche, ma un paio di botte a settimana le sappiamo ancora dare.

Sorprendersi ancora per le piccole cose
è un ottimo stato mentale.

Non per ingenuità, ma come filosofia.
Lasciarsi "prendere" dallo stupore senza correre il rischio di sentirsi stupidi.


Da RaiEducational
Il Grillo (18/5/1999)
Fausto Petrella
Follia e creativita'
18 maggio 1999
Liceo Classico "Gianbattista Vico" di Napoli

Innanzi tutto la parola "creatività" è una parola larga, perché noi possiamo parlare di creatività sia per processi minimi, che però sono inventivi - per esempio la creatività infantile -, sia possiamo parlare di creatività per la creatività artistica, per le grandi opere che rappresentano l'umanità, dove si esprime il genio creativo dell'autore. La parola "creatività" copre quindi un'area di fenomeni vastissima. Questo è un primo inconveniente di questa parola. Per quello che riguarda il rapporto tra questo momento e la follia vera e propria, anche qui se ne sono dette di tutti i colori, perché, in effetti, esiste una follia creativa, diciamo così, e invece una follia che, come ha detto Foucault, corrisponde a un silenzio dell'opera. Cioè, quando certe forme di follia devastanti alterano la mente dell'artista, non abbiamo più la produzione artistica, ma il silenzio, l'impossibilità espressiva, la caduta dei poteri costruttivi...
L'arte, entro certi limiti, aiuta il soggetto a salvarsi dalla distruttività, dall'autodistruttività e da movimenti di disagio gravissimi con se se stesso e col mondo.

Thursday, July 27, 2006

La mente crea ciò che l'uomo distrugge.


La nostra coscienza ci impone...
Siamo una tribù di consumatori e sgretolatori.
Teniamo su le cose, solo se sappiamo con certezza di poterle tirare giù.
La meta è la metà del viaggio.
Serve poi l'idea, la volontà, il coraggio.

Tutti hanno almeno un sogno.
Tanti ne hanno più di uno.
Qualcuno ne ha tanti.
Pochi hanno tutti i sogni.